Workaholism sintomi: quando il lavoro diventa dipendenza

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    Il termine workaholism – anche conosciuto come dipendenza dal lavoro – è stato introdotto per la prima volta nel 1971 da parte dello psicologo inglese Oates, che ha unito le parole work e alcoholism per descrivere questo fenomeno di dipendenza dall’attività lavorativa. Nel 2008, Bakker, Taris e Schaufeli hanno definito il workaholism come “la tendenza a lavorare eccessivamente in modo compulsivo”. Ecco perché per poter parlare di workaholism è necessario che siano presenti simultaneamente dei comportamenti lavorativi che tendono all’eccesso e una spinta interiore che guida la persona verso questi eccessi.

    Se non adeguatamente affrontata e curata, la dipendenza da lavoro può essere pericolosa per chi ne soffre, non soltanto perché tende a far peggiorare il proprio rendimento lavorativo, ma perché ha effetti negativi anche sulla vita della persona.  

    Definizione di workaholism

    Workaholism è una condizione che descrive un’ossessione compulsiva per il lavoro. I workaholic sono persone che hanno sviluppato abitudini e comportamenti ossessivi legati al lavoro, al punto da sacrificare tutto il resto della propria vita, come la salute, le relazioni sociali e persino il sonno.

    In generale, i workaholic trascorrono più tempo al lavoro rispetto a quanto non facciano gli altri.

    Il termine “workaholism” è stato coniato nel 1971 dal Dr. Wayne Oates, un pastore protestante statunitense e psicoterapeuta.

    Oates ha definito la dipendenza dal lavoro come un’ossessione comportamentale che porta le persone a impegnare tutti i loro sforzi per raggiungere obiettivi professionali senza preoccuparsi delle conseguenze sulla propria salute fisica o mentale.

    Workaholism: cos’è 

    Anche noto come work addiction o dipendenza da lavoro, il termine inglese workaholism è usato per indicare un irrefrenabile bisogno di lavorare, o la tendenza a pensare o a concentrarsi in modo eccessivo alla vita professionale. L’eccesso è tale che il soggetto arriva a trascurare eventuali conseguenze negative che le proprie abitudini lavorative possono avere sulla vita personale.

    L’Enciclopedia Britannica ha affermato come gli individui che soffrono di questa dipendenza, tendono a trascorrere un numero eccessivo di ore al lavoro, che vanno ben oltre le ore effettive richieste dal datore e che non sono neanche collegate a necessità economiche. Il termine workaholism è stato coniato dallo psicologo Wayne Oates nel 1971, quando all’interno del suo libroConfessions of a workaholic: the facts about work addiction“, l’ha utilizzato per indicare «la compulsione o il bisogno incontrollabile di lavorare incessantemente».

    Workaholism: dai primi studi ad oggi

    Durante il corso degli anni, sono stati molti i ricercatori che si sono interessati work addiction. Nel 1992 furono Robbins e Spence a coniare la nozione di triade workaholic, caratterizzata da:

    1. motivazione nel lavoro;
    2. impegno nel lavoro;
    3. piacere ricavato dal lavoro.

    Successivamente, furono identificati tre profili di soggetti maniaci del lavoro, ovvero di workaholics:

    • work addicts, ovvero i dipendenti da lavoro. Sono le persone che mostravano una grandissima motivazione ed impegno nel lavoro, ma poco piacere nel lavorare;
    • enthusiastic addicts, cioè i dipendenti entusiasti: coloro che mostrano grande impegno e molto piacere, ma ma poca motivazione;
    • work enthusiasts, ovvero gli entusiasti del lavoro: si tratta di persone che possiedono tratti marcati di tutte e tre le categorie.

    Dopo studi approfonditi, dei tre profili i work addicts risultano essere quelli più perfezionisti, ossessivi, rigidi, con ambizioni eccessive e obiettivi non realistici. Spesso destinatari di elevate quote di ansia e stress associati a sintomi fisici.

    Successivamente e insieme ai propri collaboratori, nel 1997 Scott propose una definizione di workaholism attualmente valida e condivisa, arrivando a concettualizzare l’esistenza di tre tipi di comportamento che sono caratteristici di un individuo dipendente da lavoro:

    • Pensare al lavoro per trovare soluzioni, anche quando non si sta lavorando;
    • Passare la maggior parte del proprio tempo in attività collegate al lavoro, generando un malfunzionamento nelle relazioni familiare, interpersonali, sociali e sullo stato di salute;
    • Lavorare al di là della necessità finanziarie e organizzative o oltre le reali richieste.

    Workaholism sintomi 

    I sintomi più comuni del workaholism sono Ansia , insonnia, iperattività, irritabilità, preoccupazione, senso di colpa e stress.

    Lavorare così tanto può anche provocare problemi fisici come mal di testa, stanchezza cronica e problemi digestivi.

    Inoltre, i workaholic tendono ad avere una scarsa alimentazione, mancanza di esercizio fisico e tendono ad ignorare i loro bisogni emotivi.

    Un altro sintomo comune è la forte dipendenza dal lavoro: c’è bisogno di lavorare tutto il tempo per sentirsi soddisfatti o validati. Questo può portare all’isolamento sociale e alla perdita della connessione con altre persone e interessi.

    Inoltre, c’è un rischio maggiore di sviluppare depressione o disturbi d’ansia. Il lavoro può diventare così importante che le persone trascurano le altre aree della vita come la famiglia e gli amici.

    I 5 sintomi del workaholic

    I 5 sintomi del workaholic sono indicazioni che una persona è dedicata all’eccesso di lavoro. Si possono presentare come segue:

    1. Costante preoccupazione per il lavoro: Un vero workaholic si preoccupa costantemente del lavoro, anche quando non è necessario. Pensano al lavoro durante le ore di riposo e la sera, e può essere difficile staccarsi dalla routine quotidiana.

    2. Rifiuto di delegare: I workaholic tendono a non delegare compiti o ruoli e oltre a ciò, potrebbero anche ritenere che nessun altro possa eseguire un determinato compito come lo farebbero loro stessi.

    3. Abitudini di lavoro insalubri: I workaholic sono noti per assumere abitudini di lavoro insalubri, come trascorrere molte ore al giorno davanti al computer, mangiare mentre si lavora o bere caffè in grandi quantità.

    4. Iperattività: Un vero workaholic è sempre in movimento ed è difficile per loro fermarsi o rallentare il ritmo di lavoro. Inoltre, tendono a programmare più cose da fare nello stesso periodo di tempo, rischiando così di sovraccaricarsi oltremodo.

    5. Negligenza verso gli altri aspetti della vita: La vita dei workaholic ruota intorno al lavoro e spesso trascurano gli altri aspetti della vita quali amici, famiglia e hobby personali. Di conseguenza, possono sperimentare sentirsi isolati e soli.

    Quali sono gli effetti del workaholism?

    Gli effetti del workaholism possono variare da una persona all’altra, ma possono comprendere disturbi come: insonnia, Depressione, Ansia , stress e irritabilità.

    Inoltre, il workaholism può anche portare ad abuso di alcol o droghe, problemi relazionali con partner e figli, scarsa produttività sul luogo di lavoro e un aumento del rischio di malattie cardiache.

    La ricerca ha dimostrato che questa dipendenza da lavoro può influire profondamente sulla salute mentale ed emotiva di un individuo, portando all’isolamento sociale, alla mancanza di autostima e persino alla depressione.

    Inoltre, il workaholism può avere effetti negativi sulla vita familiare e sulla relazione con i propri cari. I problemi di salute fisica possono includere sintomi come stanchezza cronica, dolore muscolare e mal di testa frequenti.

    Sintomi dipendenza da lavoro

    Come abbiamo visto, un tratto tipico della workaholism è la tendenza a dedicare un numero eccessivo di ore al lavoro, che nella maggior parte dei casi è molto superiore a quelle richieste.

    Tutto questo porta a conseguenze negative sugli altri ambiti della vita. Il workaholic finisce infatti col trascurare amicizie, relazioni personali, familiari e altre attività come intrattenimento, svago e sport. 

    Di seguito troviamo altri sintomi peculiari della sindrome da workaholism:

    • mal di testa;
    • nervosismo interpersonale: si manifesta con scatti di rabbia, insofferenza o conflitti con amici, coniugi, partner, figli, colleghi;
    • dolori fisici: quali tensione muscolare, mal di stomaco, dolori addominali a causa di una postura scorretta.
    • forte irritabilità: nel momento in cui non vi è la possibilità di proseguire con il lavoro o quando si è costretti a staccare;
    • stato di ansia ed allerta costante, soprattutto legato a temi lavorativi;
    • agitazione psico-motoria;
    • sensazione che il tempo passi troppo rapidamente e di essere costantemente “con l’acqua alla gola”;
    • difficoltà ad addormentarsi o a dormire.

    Dipendenza da lavoro: conseguenze

    La persona affetta da dipendenza da lavoro vive in uno stato di nervosismo ed agitazione. In questi casi la vita lavorativa diventa un aspetto totalizzante delle proprie giornate, mentre tutto il resto tende a scivolare in secondo piano.

    Nelle relazioni e in famiglia, la persona workaholic può sperimentare tensioni e conflitti, dovute principalmente a richieste di attenzione da parte dei propri cari – come ad esempio da parte dei figli o del proprio partner.

    Queste richieste vengono vissute dal workaholic come una vera e propria scocciatura, una futilità che tende soltanto a distrarre da ciò che è veramente importante: il lavoro. Visto che il workaholic si dedica soltanto al lavoro, un fallimento in questo ambito può risultare fatale per l’autostima, portando anche alla depressione

    Nonostante il workaholism si presenti come una sindrome piuttosto complessa, nei manuali diagnostici ha sempre trovato poco spazio. Ciò è dovuto in parte al valore positivo che la società attribuisce alla fatica e all’impegno per realizzarsi.

    D’altro canto, anche gli stessi datori di lavoro e le stesse aziende favoriscono un atteggiamento di questo tipo. Di per sé considerato, non c’è niente di male nel dedicare attenzione e impegno al lavoro.

    Tuttavia, quando questo mina il benessere psicologico e fagocita le altre aree di vita della persona, è chiaro che si sta verificando un disequilibrio nel bilanciamento tra lavoro e salute mentale

    Massimo Franco
    Massimo Franco
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