Manipolazione emotiva: Robin Stern

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    La manipolazione emotiva è una forma di abuso psicologico in cui una persona o un gruppo fa dubitare della propria salute mentale, percezione della realtà o ricordi. Le persone che sperimentano la manipolazione emotiva spesso si sentono confuse, ansiose e incapaci di fidarsi di se stesse. La manipolazione emotiva può essere esercitata in diversi ambiti della vita, come le relazioni sentimentali, familiari, amicali o professionali, e con diversi livelli di gravità e intensità.

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    Dr. Massimo Franco Psicologo e Psicoterapeuta Ancona

    Una delle esperte di questo fenomeno è la psicoanalista americana Robin Stern, autrice del libro “The Gaslight Effect”. In questo libro, Stern descrive tre tipologie di manipolatori emotivi e tre stadi di manipolazione emotiva, caratterizzati da specifici sintomi e comportamenti.

    Le tre tipologie di manipolatori emotivi sono:

    • Il seduttore: è colui che usa il fascino, la lusinga e la promessa di amore per attirare la vittima nella sua rete. Il seduttore fa sentire la vittima speciale e desiderata, ma poi cambia improvvisamente atteggiamento e diventa freddo, distante o critico. Il seduttore usa il senso di colpa e la paura dell’abbandono per mantenere il controllo sulla vittima, facendole credere che sia lei a sbagliare o a non essere abbastanza.
    • Il bravo ragazzo: è colui che si presenta come una persona gentile, premurosa e altruista, ma in realtà nasconde un’agenda nascosta. Il bravo ragazzo usa la sua apparente bontà per manipolare la vittima, facendole sentire in debito con lui o dipendente da lui. Il bravo ragazzo si lamenta spesso delle sue sfortune e dei suoi problemi, cercando di suscitare compassione e solidarietà nella vittima. Il bravo ragazzo si fa passare per una vittima lui stesso, per evitare di assumersi le responsabilità delle sue azioni o per giustificare le sue richieste.
    • L’intimidatore: è colui che usa la forza, la minaccia e l’aggressività per imporre la sua volontà sulla vittima. L’intimidatore fa leva sul timore e sul rispetto che la vittima ha nei suoi confronti, per farla obbedire o sottomettere. L’intimidatore usa spesso insulti, sarcasmo, ironia o umiliazioni per ferire la vittima e farla sentire inferiore o incapace. L’intimidatore non tollera le critiche o le opposizioni, e reagisce con rabbia o violenza se messo in discussione.

    I tre stadi della manipolazione emotiva sono:

    • Primo stadio: “Di cosa stai parlando?”: in questo stadio, la manipolazione emotiva si manifesta con episodi sporadici e di lieve entità, che però lasciano nella vittima un senso di confusione e disagio. La vittima si sente spesso fraintesa, messa in dubbio o ignorata dal manipolatore, che nega o minimizza i suoi sentimenti o le sue opinioni. La vittima comincia a dubitare di se stessa e della sua percezione della realtà.
    • Secondo stadio: “Forse c’è qualcosa che non va in me”: in questo stadio, la manipolazione emotiva si intensifica e diventa più frequente. La vittima si sente sempre più isolata, insicura e ansiosa. La vittima comincia a credere alle bugie o alle distorsioni del manipolatore, che le fa credere di essere lei il problema o la causa dei conflitti. La vittima si sente in colpa, impotente e dipendente dal manipolatore.
    • Terzo stadio: “Sono pazza?”: in questo stadio, la manipolazione emotiva raggiunge il suo apice e diventa pervasiva. La vittima si sente completamente persa, disorientata e impaurita. La vittima non ha più fiducia in se stessa né negli altri. La vittima ha perso il contatto con la sua identità, i suoi valori e i suoi obiettivi. La vittima si sente intrappolata in una relazione tossica, da cui non riesce a uscire.

    La manipolazione emotiva è un fenomeno subdolo e pericoloso, che può avere gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale della vittima. Per uscire da una relazione manipolatoria, è necessario riconoscere i segnali, chiedere aiuto, riprendere il controllo della propria vita e interrompere il contatto con il manipolatore.

    Stadi della manipolazione emotiva in Robin Stern

    La psicologa Robin Stern ha identificato tre stadi della manipolazione emotiva, che descrivono il processo attraverso il quale una persona perde la propria autostima e la propria capacità di resistere alle richieste e alle pressioni di un’altra persona. Questi stadi sono:

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    Dr. Massimo Franco Psicologo e Psicoterapeuta Ancona
    • La confusione: in questo stadio, la vittima inizia a dubitare di se stessa e della propria percezione della realtà. Si sente confusa, insicura e incerta di cosa fare o dire. Il manipolatore sfrutta questa situazione per instillare nella vittima il senso di colpa, la paura e la vergogna, e per convincerla che è lei a sbagliare o a esagerare. Un esempio di questo stadio può essere quando il manipolatore nega o minimizza i propri comportamenti nocivi, accusando la vittima di essere troppo sensibile o paranoica.
    • La perdita di sé: in questo stadio, la vittima si allontana sempre più dai propri valori, dai propri bisogni e dai propri interessi. Si adatta alle aspettative e alle esigenze del manipolatore, rinunciando alla propria identità e alla propria autonomia. Il manipolatore continua a minare la fiducia e l’autostima della vittima, facendole credere che non è capace, che non merita rispetto e che non ha alternative. Un esempio di questo stadio può essere quando la vittima abbandona le proprie passioni, i propri amici o i propri progetti per accontentare il manipolatore, che la critica o la ignora se non lo fa.
    • La rassegnazione: in questo stadio, la vittima si sente intrappolata, impotente e senza speranza. Ha perso ogni senso di sé e ogni possibilità di cambiare la situazione. Il manipolatore ha il totale controllo sulla vittima, che si sottomette passivamente alle sue richieste e ai suoi abusi. La vittima può anche sviluppare sintomi fisici e psicologici, come depressione, ansia, stress, isolamento sociale e problemi di salute. Un esempio di questo stadio può essere quando la vittima si convince che non c’è via d’uscita dalla relazione tossica, che nessuno la capirebbe o la aiuterebbe, e che il manipolatore è l’unica persona su cui può contare.

    Manipolazione emotiva in psicologia psicodinamica

    La manipolazione emotiva è un fenomeno psicologico che consiste nell’uso di strategie sottili o esplicite per influenzare le emozioni, i pensieri e i comportamenti di un’altra persona, al fine di ottenere dei vantaggi personali o soddisfare dei bisogni psicologici. La manipolazione emotiva può essere considerata una forma di abuso psicologico, in quanto viola il diritto al rispetto e alla libertà dell’individuo.

    La psicologia psicodinamica si occupa di studiare i processi mentali inconsci che determinano il funzionamento psichico e le relazioni interpersonali.

    Secondo questa prospettiva, la manipolazione emotiva può essere vista come una difesa inconscia di fronte a conflitti interni irrisolti, traumi infantili, angosce esistenziali o senso di inferiorità.

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    Dr. Massimo Franco Psicologo e Psicoterapeuta Ancona

    Il manipolatore emotivo cerca di controllare l’altro per compensare la propria insicurezza, fragilità o vuoto interiore.

    La manipolazione emotiva può assumere diverse forme, a seconda del contesto, della personalità e degli obiettivi del manipolatore.

    Alcune delle tecniche più comuni sono: la colpevolizzazione, il ricatto emotivo, la menzogna, la seduzione, la lusinga, la vittimizzazione, la minaccia, l’isolamento, la negazione, la confusione, la contraddizione, la critica, il sarcasmo, l’ironia, l’indifferenza, il silenzio, l’ignoranza, l’omissione, il rifiuto, la delegittimazione, la svalutazione, la derisione, l’umiliazione, l’intimidazione, l’aggressione verbale o fisica. Per esempio:

    • Un genitore colpevolizza il figlio per non aver ottenuto dei buoni voti a scuola e lo minaccia di privarlo dei suoi giochi preferiti se non migliora.
    • Un partner mente al suo compagno sulle sue frequentazioni e lo ricatta emotivamente dicendogli che lo lascerebbe se scoprisse la verità.
    • Un capo seduce una sua dipendente con delle promesse di carriera e poi la lusinga per ottenere dei favori sessuali.
    • Un amico si vittimizza continuamente per attirare l’attenzione e la compassione degli altri e poi li sfrutta economicamente o affettivamente.
    • Un conoscente isola una persona dal suo gruppo sociale e poi le nega il suo affetto o la sua stima se non fa quello che lui vuole.

    La manipolazione emotiva può avere conseguenze negative sia per il manipolatore che per il manipolato. Il manipolatore può perdere il contatto con la propria realtà interna e con le proprie emozioni autentiche, diventando dipendente dal potere e dal controllo sull’altro. Il manipolato può subire una perdita di autostima, di fiducia in sé e negli altri, di identità personale e di senso critico. Inoltre, può sviluppare sintomi psicologici come ansia, depressione, stress post-traumatico o dipendenza affettiva.

    Manipolatore emotivo

    Un manipolatore emotivo è una persona che usa le sue abilità di persuasione e seduzione per ottenere ciò che vuole dagli altri, senza riguardo per i loro sentimenti o bisogni. Un manipolatore emotivo può essere un partner, un amico, un familiare, un collega o anche uno sconosciuto. Il suo obiettivo è di controllare, dominare e sfruttare le sue vittime, spesso in modo subdolo e subliminale.

    Robin Stern è una psicologa e autrice che ha studiato il fenomeno della manipolazione emotiva e ha scritto un libro al riguardo: “The Gaslight Effect: How to Spot and Survive the Hidden Manipulation Others Use to Control Your Life”. In questo libro, Stern descrive i segni e le conseguenze della manipolazione emotiva, e offre dei consigli su come difendersi e liberarsi da un manipolatore emotivo.

    Secondo Stern, il manipolatore emotivo usa una serie di tecniche per confondere, indebolire e isolare la sua vittima, tra cui:

    • La negazione: il manipolatore nega di aver fatto o detto qualcosa che ha ferito o offeso la vittima, o minimizza la sua responsabilità o colpa.
    • La distorsione: il manipolatore altera o inventa dei fatti per far sembrare che la vittima sia nel torto, o che sia pazza o irrazionale.
    • La confusione: il manipolatore cambia continuamente le regole, le aspettative, le promesse e le richieste, creando un senso di insicurezza e instabilità nella vittima.
    • La colpevolizzazione: il manipolatore fa sentire la vittima in colpa per qualsiasi cosa, anche per aver espresso i suoi sentimenti o bisogni, o per aver cercato di difendersi o reagire.
    • La lusinga: il manipolatore usa dei complimenti falsi o esagerati per ingannare, adulare o sedurre la vittima, o per farle abbassare la guardia.
    • La vittimizzazione: il manipolatore si fa passare per una vittima di circostanze avverse o di persone malvagie, per suscitare compassione o solidarietà nella vittima, o per giustificare le sue azioni.
    • La minaccia: il manipolatore usa delle intimidazioni esplicite o implicite per spaventare, costringere o ricattare la vittima, o per farle credere che non ha alternative o scelte.

    La manipolazione emotiva può avere degli effetti devastanti sulla salute fisica e mentale della vittima, tra cui:

    • La perdita di fiducia in se stessi e nella propria percezione della realtà
    • La depressione, l’ansia, lo stress e l’isolamento sociale
    • La dipendenza emotiva e la paura di lasciare il manipolatore
    • La bassa autostima e il senso di colpa
    • I problemi di salute come mal di testa, insonnia, disturbi alimentari e abuso di sostanze

    Per uscire da una relazione con un manipolatore emotivo, Stern suggerisce di seguire questi passi:

    • Riconoscere i segni della manipolazione emotiva e prendere coscienza del proprio valore e dei propri diritti
    • Imparare a dire di no e a porre dei limiti chiari e fermi al manipolatore
    • Cercare il supporto di persone fidate che possano confermare la propria realtà e offrire sostegno emotivo
    • Allontanarsi dal manipolatore se possibile, o ridurre al minimo il contatto con lui
    • Ricercare l’aiuto di un professionista qualificato che possa aiutare a guarire dalle ferite emotive e a riacquistare fiducia in se stessi

    Manipolatore emotivo in psicoanalisi

    Un manipolatore emotivo è una persona che usa le proprie emozioni o quelle altrui per ottenere vantaggi personali, influenzare le decisioni o il comportamento degli altri, o evitare le proprie responsabilità. Il manipolatore emotiva può agire in modo consapevole o inconscio, ma in entrambi i casi causa danni psicologici a se stesso e alle sue vittime.

    La psicoanalisi può aiutare a riconoscere e a contrastare le strategie di manipolazione emotiva, che spesso si basano su meccanismi di difesa come la negazione, la proiezione, la razionalizzazione, il transfert o la regressione. La psicoanalisi può anche aiutare il manipolatore emotiva a comprendere le origini del suo comportamento, che possono risalire a traumi infantili, conflitti irrisolti, carenze affettive o disturbi della personalità.

    La terapia psicoanalitica ha lo scopo di favorire la consapevolezza di sé, il riconoscimento delle proprie emozioni e dei propri bisogni, il rispetto di sé e degli altri, e la capacità di esprimere i propri sentimenti in modo autentico e costruttivo. In questo modo, il manipolatore emotiva può liberarsi dal suo ruolo nocivo e instaurare relazioni più sane ed equilibrate.

    Ci sono molti altri esempi di manipolazione emotiva, come:

    • Una persona che fa sentire in colpa l’altro per averlo contraddetto, criticato o rifiutato, usando frasi come “Dopo tutto quello che ho fatto per te”, “Se mi amassi davvero”, “Non mi capisci mai”.
    • Una persona che elogia eccessivamente l’altro per poi sminuirlo o umiliarlo, creando un’alternanza di gratificazione e frustrazione che genera confusione e dipendenza.
    • Una persona che mente, nasconde o distorce la verità per manipolare l’altro a suo vantaggio, facendogli dubitare della sua percezione della realtà.
    • Una persona che usa il silenzio, l’indifferenza o l’isolamento come forma di punizione o controllo sull’altro, impedendogli di comunicare e di esprimere i propri bisogni.
    • Una persona che si fa vittima di una situazione per suscitare compassione o solidarietà nell’altro, evitando così di affrontare le proprie responsabilità o le conseguenze delle proprie azioni.

    Caratteristiche della vittima del manipolatore emotivo

    Le vittime del manipolatore emotivo sono spesso persone che hanno una bassa autostima, che si sentono in colpa per tutto, che hanno paura di deludere gli altri, che non sanno dire di no, che si sacrificano per compiacere il partner, che si isolano dagli amici e dalla famiglia, che perdono la fiducia in se stesse e nelle proprie capacità, che si svalutano e si autocriticano, che subiscono in silenzio le umiliazioni e le critiche del manipolatore, che si sentono responsabili della felicità altrui, che hanno difficoltà a esprimere i propri bisogni e desideri, che si annullano per adattarsi alle aspettative del manipolatore, che vivono in un costante stato di ansia e paura.

    Chi è vittima di un manipolatore emotivo si sente sempre sbagliato, inutile, incapace. Ha paura di fare arrabbiare il suo partner, che lo fa sentire in colpa per tutto. Non riesce a dire quello che vuole, perché pensa che non glielo permetta. Si allontana da chi lo vuole bene, perché il suo partner gli dice che sono cattivi.

    Non si fida più di se stesso, perché il suo partner lo critica sempre. Soffre in silenzio, perché il suo partner lo umilia. Si fa carico dei problemi del suo partner, perché pensa che dipenda da lui. Si dimentica di se stesso, perché cerca di fare quello che vuole il suo partner.

    Psicoterapia psicodinamica o psicoanalitica in caso di effetti della manipolazione emotiva

    La psicoterapia psicodinamica o psicoanalitica è un approccio terapeutico che si basa sull’analisi dei processi inconsci che influenzano il comportamento e le emozioni di una persona. Questo tipo di terapia può essere utile in caso di effetti della manipolazione emotiva, cioè quando una persona subisce pressioni, minacce, colpevolizzazioni o seduzioni da parte di un’altra persona che vuole controllarla o sfruttarla.

    La psicoterapia psicodinamica o psicoanalitica aiuta a riconoscere e a elaborare i conflitti interni, le paure, i sensi di colpa e le ferite emotive che possono derivare da una relazione manipolativa. Inoltre, favorisce lo sviluppo di una maggiore consapevolezza di sé, della propria identità, dei propri bisogni e dei propri limiti.

    Infine, sostiene il processo di liberazione dalla dipendenza affettiva e dal condizionamento subito, rafforzando l’autostima e la capacità di relazionarsi in modo più sano e autentico con gli altri.

    La manipolazione emotiva è una forma di abuso psicologico che consiste nel manipolare le emozioni e i sentimenti di una persona per ottenere dei vantaggi o per esercitare il potere. Chi usa la manipolazione emotiva sfrutta le debolezze, le insicurezze e i bisogni affettivi della vittima, usando tecniche come la menzogna, il ricatto, la lusinga, la critica, la negazione o il silenzio.

    La vittima di manipolazione emotiva spesso non si rende conto di essere manipolata e tende a giustificare o a minimizzare il comportamento del manipolatore. La psicoterapia psicodinamica o psicoanalitica è un approccio terapeutico che può aiutare le persone che hanno subito manipolazione emotiva a recuperare la fiducia in sé stesse e a liberarsi dalla dipendenza affettiva.

    La manipolazione emotiva può avere effetti negativi sul benessere psicologico e relazionale di una persona. Chi subisce manipolazione emotiva può provare ansia, depressione, senso di colpa, vergogna, confusione, rabbia, paura o isolamento. Inoltre, può avere difficoltà a fidarsi degli altri, a esprimere le proprie emozioni e opinioni, a prendere decisioni e a difendere i propri diritti.

    La psicoterapia psicodinamica o psicoanalitica è un approccio terapeutico che può aiutare le persone che hanno subito manipolazione emotiva a riconoscere e a elaborare i propri conflitti interni, a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e a rafforzare la propria autostima e capacità relazionale.

    Massimo Franco
    Massimo Franco
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